venerdì 29 marzo 2013

Il tavolo e la sua storia

“ Gli inviti si limitavano di solito al signor Swann, che, salvo qualche forestiero di passaggio, era quasi la sola persona che venisse da noi a Combray, talvolta per pranzare come si fa tra i vicini (più di rado dopo che aveva fatto quel cattivo matrimonio, perché i miei non volevano ricevere sua moglie), talvolta dopo pranzo, all'improvviso  Le sere in cui, seduti davanti alla casa sotto il grande castagno, intorno alla tavola di ferro, sentivamo in fondo al giardino non il sonaglio ciarliero e chiassoso che inondava, che stordiva al passaggio col suo rumore ferrugginoso…”

(Marcel Proust, "Alla ricerca del tempo peduto - La strada di Swann", Einaudi, pagina 16)

Mentre racconta della sua giovinezza passata a Combray, il protagonista si sofferma nel raccontare dei numerosi inviti a pranzo fatti al signor Swann dalla sua famiglia.


Durante la mia lettura, paradossalmente, ciò che ha più attirato la mia attenzione è stato un dettaglio trascurabile al fine della narrazione: la “tavola di ferro” intorno alla quale erano riuniti tutti i membri della famiglia prima dell’arrivo di Swann.
 In realtà, a ben vedere, la tavola è uno degli oggetti d’arredamento fondamentali in ogni abitazione, in quanto ogni pasto di svolge sul suo piano, e, sebbene talvolta con nomi diversi, è usata in qualsiasi edificio pubblico, privato, religioso principalmente come piano d’appoggio.

La storia della tavola è davvero antichissima: possediamo testimonianze dall’antico Egitto di tavole di forma circolare le cui gambe avevano la forma di zampe di animali e terminavano a piede di toro o di leone. Si sa, inoltre, che, per i loro pranzi, gli Egizi preferivano alle grandi tavolate, tavolini bassi, apparecchiati per una o al massimo due persone, intorno ai quali si mangiava seduti su delle stuoie.

In Grecia, invece, la forma circolare della tavola era meno comune e le veniva, di solito, preferita la forma a piano quadrangolare. Poiché l’usanza prevedeva che i commensali mangiassero distesi, anche i tavoli greci erano piuttosto bassi, con gambe di bronzo a forma di zampa di animale.

Anche i romani usavano mangiare stesi attorno alla tavola. Tuttavia essi, modificando liberamente i modelli greci ed egiziani, introdussero una maggiore varietà di forme alle tavole: le resero raffinate ed eleganti e le costruirono utilizzando i materiali più disparati: legni preziosi (ad esempio il cedro), metalli fusi o lavorati (come il bronzo, l’argento oppure l’oro) decorati anche con avorio o pietre preziose. I sostegni del ripiano, che solitamente era di forma rettangolare, avevano la forma di zampe di animale oppure di busti umani o, semplicemente, venivano arricchiti con motivi decorativi.



Nell’Alto Medioevo la tavola non presentava particolari raffinatezze nella forma e neppure nella decorazione: di solito era costituita da un ripiano e da due sostegni robusti e massicci (entrambi in legno), uniti grazie ad una traversa orizzontale fissata con dei chiodi. 



Merita, tuttavia, di essere menzionata la credenza di parata, un tavolino basso che, durante i banchetti importanti, veniva posto accanto al tavolo d’onore. Esso ospitava le vivande destinate ad essere assaggiate, prima di essere consumate dagli ospiti e dai padroni di casa, dal credenziere, il servitore addetto anche alla cura della dispensa, al fine di assicurarsi che non fossero avvelenate. Successivamente la credenza indicò il mobile che conservava i servizi da tavola o, temporaneamente, i cibi. Il termine francese buffet con il passare del tempo è diventato sinonimo di pranzo in piedi, dove fin dall’inizio vengono sistemati ad arte su un’ampia tavola cibi, vini e bevande.

Nel Rinascimento la forma più comune per la tavola è quella rettangolare, decorata con motivi ispirati dall’antichità, soprattutto ripresi dall’arte antica classica. La maggior parte dei tavoli ha le gambe a forma di zampa di animale (specialmente zampa di leone) e intagli raffiguranti grifi, aquile, chimere.




Durante il periodo barocco, il tavolo mantiene le stesse forme dei periodi precedenti, ma viene abbellito da un’ornamentazione sempre più ricca. L’arte barocca, infatti, nell’intento di stupire e meravigliare, dà moltissima importanza a tutto ciò che è accessorio: i tavoli di quest’epoca sono costruiti in legno pregiato ( il legno di noce), presentano intagli molto complessi, quali grovigli di rami e foglie, fiori, frutta,  spesso dorati a foglia d’oro. Sotto la doratura, venivano adoperati legni meno nobili (pioppo, abete, castagno, rovere, olmo), i quali venivano a loro volta tinti di nero, per imitare il colore dell’ebano, nel momento in cui dovevano essere posizionati a vista.


Nell’Ottocento si afferma la forma rotonda dei tavoli, che divengono progressivamente più leggeri e maneggevoli e, col passare del tempo, alle tavole dalle forme pesanti, si vanno privilegiando soluzioni più pratiche, adattabili alle esigenze più disparate.

Se ci riferiamo all’età moderna, diventa molto più complesso trovare delle caratteristiche che accomunano la produzione dei tavoli. Infatti, con l’arrivo del design, ci si è spinti sempre di più verso la ricerca di forme stravaganti , originali, futuristiche e talvolta azzardate per la costruzione di tavoli. Innanzitutto la differenza rispetto agli anni precedenti è che si cominciano a sperimentare moltissimi materiali per la realizzazione di questo complemento d’arredo: plastica, plexiglass, metacrilato, acciaio (cromato o satinato), vetro. Tuttavia le materie classiche vengono ancora utilizzate ma, sicuramente, con risultati molto diversi da quelli ottenuti nel passato.
Nello stile moderno vengono predilette le forme geometriche semplici ed elementari: il tavolo per eccellenza, infatti, è rettangolare, con spigoli acuti e molto ben definiti. Inoltre due parole chiave di questo stile sono certamente minimalismo ed essenzialità: gli ambienti moderni, infatti, non sono quasi mai troppo pieni, a differenza di quanto accadeva in epoca classica o barocca, di conseguenza, privilegiando ambienti che conservano solo lo stretto indispensabile, uno degli elementi principali di questi deve rispecchiarne lo spirito.
Come ho detto, l’età moderna predilige le soluzioni adattabili a moltissime esigenze; accade sempre più spesso che la sperimentazione del design si spinga così oltre da creare tavoli capaci di assolvere a molto più della funzione per la quale sono nati: le soluzioni più banali prevedono tavoli allungabili o estensibili, ma altre volte, soprattutto quando parliamo di spazi molto ridotti, il tavolo può trasformarsi in un letto o in un quadro appeso alla parete, oppure, se parliamo di tavolini, in contenitori o pouf!







Ognuno al suo posto!

Al fine di organizzare le idee, ecco qui una brevissima mappa concettuale delle parole con cui avrò il piacere di guidarvi nel meraviglioso (e buonissimo!) mondo dell'arte culinaria.

A...vanzi
B...race
C...affè
D
E
F...ocaccia
G
H
I...ntossicazioni alimentari
L
M...adleine
N
O...lio
P...izza
Q
R...icetta
S...pezie
T...avolo
U...nità di misura
V...ino
Z

sabato 23 marzo 2013

Il blog è servito!

Signori e signore benvenuti nel mio blog!

Questa pagina è direttamente collegata al corso di "Storia della Tecnologia" tenuto dal professor Vittorio Marchis al Politecnico di Torino.

E' la mia passione per la cucina che mi ha spinto ad intraprendere questo viaggio tecnologico-culinario. Gli obiettivi che mi pongo sono quelli di capire come nel corso dei secoli si siano evoluti gli utensili da cucina e, soprattutto, come col tempo sia cambiata radicalmente l'idea che c'è dietro l'atto del cucinare: da esigenza dell'organismo, in quanto ha come fine quello di nutrire, ad esigenza dello spirito, guardando alla cucina come un'arte.

Inoltre questo blog seguirà come fil rouge il celebre romanzo di Marcel Proust, "À la recherche du temps perdu", in particolare il primo libro "Du côté de chez Swann". Tuttavia non mancheranno riferimenti ad altri libri e, perché no, anche film, musiche e tanto altro ancora.


Auguro a tutti una buona lettura!

Francesca Lauta